“Chi non ricorda quegli uomini liberi,quei padri di famiglia prelevati, dagli squadristi in camicia nera, dalle loro abitazioni, dal letto coniugale, dagli uffici, dai posti di lavoro? Prelevati, bastonati, tradotti in carcere o massacrati davanti alle loro abitazioni o davanti alle Camere del Lavoro incendiate. Che cosa è avvenuto delle loro mogli, dei loro figli, dei loro genitori? Che cosa è avvenuto di quelle famiglie? Quanti nomi si potrebbero fare! Quanti conosciuti, quanti rimasti sconosciuti! Ma di tutti sono conosciute le loro sofferenze morali e materiali. Per venti anni mogli, figli, famiglie di antifascisti sono stati perseguitati, sono stati sottoposti al più spietato terrore. Costretti a vivere lontano dai loro cari, nel più completo isolamento. Quanti di costoro non sono più tornati, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro case....
Ognuna di noi che si è trovata durante la guerra di liberazione nazionale, al posto della mamma, a dare l'ultimo sorso d'acqua e l'ultimo addio a un patriota che ci abbandonava per sempre senza chiedergli quale fosse la sua fede politica e religiosa, ha fatto la promessa di non dimenticare le parole che ogni volta ci venivano ripetute: “fate che il nostro sacrificio-ci dicevano i caduti-non sia stato vano”. "Ebbene, on. Colleghi, uniti con loro rinnoviamo la promessa dicendo ai nostri compagni di lotta, di sofferenza e di gloria: “Riposate in pace, finchè in Italia ci sarà un antifascista ... il vostro sacrificio non sarà stato vano ed il fascismo non passerà.
On. Gina Borellini
Medaglia d'Oro al valore militare
(da un discorso pronunciato alla Camera dei Deputati nella 1° legislatura)
Lapide Municipio
Sulla lapide sono riportate le foto dei Partigiani di San Possidonio caduti per la Libertà dal 8 settembre 1943 al 25 aprile 1945
Gavioli Giacomino Nato il 25 febbraio 1920 a San Possidonio, partigiano della Brg. "Remo", divisione Modena Pianura. Il 19 dicembre 1944, i fascisti scoprirono un rifugio, che in aperta pianura tutti i partigiani dovevano avere, con ogni evidenza per una spiata. Gli autori di "Lotta di Liberazione nella Bassa Modenese" narrano: "il 19 dicembre 1944 i fascisti fucilarono Giacomo Gavioli a San Possidonio, perché renitente alla leva. L'esecuzione di un renitente che non fosse almeno indiziato di partigianato non si era mai verificata prima di allora, e ciò costituiva un segno evidente della decisione da parte dei fascisti di spingere la repressione fino alla criminalità più abbietta e al terrorismo indiscriminato".
È evidente che applicando per la prima volta in quella ribollente seconda zona militare della pianura modenese, una delle nefaste leggi repubblichine, che prevedevano, fra gli altri innumerevoli motivi, anche per la renitenza militare, la pena di morte, ed applicandola così crudelmente in modo sommario, i fascisti si sentivano stretti dal partigianato locale in una pericolosa morsa.
E' ricordato: nel Cippo eretto a Cavezzo in via Concordia, sul lato destro. Il collaboratore Oberdan Fendenti di Cavezzo, ci ha segnato la dolente epigrafe del Cippo: "Strappato alla famiglia e nel sangue gettato sulla aperta via, Gavioli Giacomino di anni 24 fu immolato dai traditori"; nella Cappella commemorativa del cimitero di S.Possidonio.
Bibliografia: Commemorazione di dieci partigiani di S. Possidonio, in "Democrazia", a. I., n. 6, del 21/7/1945; F. Canova, 0. Gelmini, A. Mattioli, "Lotta di Liberazione nella Bassa modenese", Anpi, Modena 1975
Nato il 30 giugno 1917 a San Possidonio. Animato da nobili sentimenti patriottici, volontariamente sceglieva la difficile lotta armata di Liberazione. Durante l'assalto ad una caserma delle brigate nere, dopo aspro combattimento veniva accerchiato dai reparti fascisti. Invitato ad arrendersi si lanciava contro il nemico continuando a sparare. Colpito a morte decedeva alcuni giorni dopo fra atroci sofferenze. San Giovanni del Dosso, 29 febbraio 1945.
Siena Antonio Nato a San Possidonio, il 17 novembre 1923, ed ivi residente. Commerciante. Sbandatosi dopo l'8 settembre, dopo un servizio militare abbastanza lungo, prese immediatamente contatto col Partito comunista della sua zona, e fece parte del primissimo Gap, tanto che la sua appartenenza al CVL risale al 15 settembre 1943. Per dotarsi di armi e munizioni i dirigenti del movimento lo fecero arruolare assieme ad altri giovani richiamati, ed essi poterono così procurare alla resistenza moschetti, pistole e munizioni varie. Comandante dei Gap di San Possidonio, col nome di battaglia "Luigi", fu l'anima di queste piccole formazioni che poi diedero vita alla Brg. della I zona, la 142 "Remo".
Dopo aver partecipato a molte azioni, il 24 novembre 1944, nell'accompagnare una Missione Alleata nel ferrarese, rimase colpito mortalmente per incidente.
Egli è ricordato come "un quadro" - cioè un dirigente - di primo piano. Alla sua Memoria venne attribuita una Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con
la seguente motivazione: "Entrava tra i primi a far parte delle formazioni partigiane della sua zona, distinguendosi per coraggio e spirito di sacrificio.
Nel corso di numerose azioni, sempre in testa al suo reparto era di esempio ai suoi commilitoni. Durante una delicata e pericolosa missione immolava gloriosamente la sua esistenza alla causa della libertà. Mirandola, 24 novembre 1944". (Gazzetta Ufficiale della Repubblica, n. 223. Dell'8/9/1966, p. 4483).
E ricordato: nel Sacrario ai piedi della Ghirlandina, a Modena; nel Famedio partigiano provinciale del cimitero di S. Cataldo, pure a Modena; nel Cippo a Gavello; nella lapide sul muro esterno del palazzo comunale di S. Possidonio, con altri caduti; nella Cappella Commemorativa del cimitero di S.Possidonio.
Non sono presenti sulla lapide ma ricordiamo anche:
Alcorini Matteo: nato a San Possidonio il 16 settembre 1925 residente a Fossoli di Carpi, agricoltore. Partigiano inquadrato nella Brg."Dimes", nome di battaglia "Teddy". Caduto con altri due Partigiani in una imboscata tedesca a Fossoli il 10 marzo 1945.
Besutti Enea: nato a Concordia il 10 settembre 1921, ed ivi residente, in via S.Possidonio, meccanico. Partigiano della 14° Brg. Remo, divisione Modena Pianura, nome di battaglia "Annibale". Prese parte per dieci medi alle azioni della sua formazione, finchè il 10 marzo 1945, una pattuglia di fascisti, indubbiamente informata da una delazione, scese nei campi vicino a Mulin di Mezzo, fra San Possidonio e Concordia, e col passo sicuro di chi sa dove andare si diresse verso un rifugio. Sette Partigiani, dopo essere usciti vennero fucilati sul posto. Fra essi Enea Besutti.
Bianchini Ernesto Nato a S. Possidonio il 7 febbraio 1943, morto a Mirandola il 29 aprile 1945, per lo scoppio di una bomba a mano. Questa postrema
vittima del conflitto guerreggiato sulle nostre terre modenesi, è certamente il più giovane dei Caduti in periodo resistenziale coi suoi 2 anni e 2 mesi. Ancora più giovani di quel piccolo organo di cui si conosce soltanto il nome di battesimo "Carlo" che scomparve nelle atroci stragi delle frazioni martiri di Montefiorino, a 3 anni di età. Ed a prescindere del neonato ebreo, nato a Carpi perchè vide la luce nel campo di Fossoli, di dove fu poi "deportato" per una
ben prevedibile fine!
Bulgarelli Bruno Nato a S. Possidonio il 6 novembre 1925, residente a Modena, Tre Olmi. Partigiano della Brg. 12° "Mario", divisione Modena P. Quando
era imminente la liberazione, venne catturato, e fucilato con esecuzione sommaria davanti alla propria abitazione il 19 marzo 1944.
Sala Angelo Nato a S. Possidonio il 7 dicembre 1922, abitante a Vallalta di Concordia. Agricoltore. Aveva già prestato servizio militare per due
anni, quando sopraggiunse 1'armistizio che consigliò la maggioranza dei giovani italiani di rifiutare la presentazione ai distretti fascisti. Fu invece partigiano della 14° BRG. "Remo", divis. Modena P., nome di battaglia "Artù". Nel rastrellamento di Concordia del 30 Marzo 1945 venne fucilato, assieme ad altri due partigiani.
Artioli Odino Nato a San Prospero il 24 ottobre 1920, residente a Motta di Cavezzo. Dopo 42 mesi di servizio militare in aeronautica, decise di non presentarsi alle chiamate della Repubblica Sociale Italiana, e al momento opportuno entrò nelle file partigiane, ove, col nome di battaglia "Fabio" operò, dapprima nella Brigata "Tabacchi", poi in quella "Remo" della II zona. Il 25 marzo 1945, in seguito a rastrellamento nemico venne colpito a morte.
È ricordato: nel Sacrario ai piedi della Ghirlandina a Modena, nel Famedio partigiano del cimitero di S. Cataldo, sempre a Modena; Tomba dei partigiani nel cimitero di Cavezzo, nella stele a lui intestata in Via Roma a San Prospero e nel Cippo a Motta di Cavezzo.
Gasparini Rino Aldo nato a San Possidonio il 14 novembre 1924, residente a Concordia, falegname Partigiano della 14° Brg. "Remo", nome di battaglia "Aldo". Esponente del Partito Comunista della zona "Bassa" modenese, fu anche combattente coraggioso, tanto che gli viene affidato il comando di tutti i Gap della II zona. I grossi episodi della Corte Arrigona nel mantovano e della villa Delfina nel novese, per l'espugnazione dei presidi fascisti, lo ebbero come organizzatore ed animatore, ma disgraziatamente l'11 febbraio 1945, era troncata a Mirandola la vita di uno degli interpreti di maggior rilievo della Resistenza nella 2° zona. Gli venne attribuita la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria, con la seguente motivazione: "Giovanissimo accorse tra i primi in difesa della Patria".
È ricordato: nell'intitolazione di un battaglione parti, al suo nome; nel Sacrario ai piedi della Ghirlandina, a Modena; nel Famedio partigiano del cimitero di S. Cataldo, a Modena; nella intitolazione di una via al suo nome a Modena; nell'intitolazione della Scuola Media statale di Novi in v. XXII aprile; nel Cippo eretto a Mirandola, località Ponte Pietra; nella Lapide del Municipio di Concordia; nella Cappella votiva dei partigiani al cimitero di Concordia.
Bibliografia: Modena, Medaglia d'oro, ed. 1947 cit.; Modena, Medaglia d'oro, alle consorelle Italiane, ecc., cit.; Comune di Mirandola, "Ventennale della Resistenza", pp. nn. ma 17 e 45; I. Vaccari, "La ricerca sui Caduti nel periodo della Resistenza modenese"; T. Ascri, F.Ghinoso, "Il cammino della gloria", p.110; M. Campana, "Assalti e battaglie dei Gap e delle Sap", pp. 41, 42, 52; N. Giadini, "Annotazioni storiche sul movimento di Resistenza di Concordia",p. 48; E. Gorrieri, "La Repubblica di Montefiorino", p. 35; F. Canova, 0.Gelmini, A. Mattioli, "Lotta di liberazione nella bassa modenese", Anpi, Modena 1975, numerosi richiami nell'elenco dei nomi; E.A.R., vol. III, p.740, voce: Mirandola; L. Casali, "Storia della Resistenza a Modena", p.33; M.L Cavarra, "Quando si dice staffetta...",pp. 29, 31, 41.
Dondi Gastone Nato a Concordia l'11 agosto 1925, figlio di Naldo ed Egle Dotti, residente nella frazione di Fossa, agricoltore, partigiano. Il 12 agosto 1944 entra nella Brigata "Remo" divisione Modena pianura, distaccamento "Bruni", con il nome di battaglia "Cabin". In uno degli ultimi rastrellamenti, coi quali soprattutto la Brigata Nera si ostinava, illudendosi, di sopraffare il partigianato, venne ucciso a vista. Era il 3 aprile 1945, a Quistello di Mantova.