“Chi non ricorda quegli uomini liberi,quei padri di famiglia prelevati, dagli squadristi in camicia nera, dalle loro abitazioni, dal letto coniugale, dagli uffici, dai posti di lavoro? Prelevati, bastonati, tradotti in carcere o massacrati davanti alle loro abitazioni o davanti alle Camere del Lavoro incendiate. Che cosa è avvenuto delle loro mogli, dei loro figli, dei loro genitori? Che cosa è avvenuto di quelle famiglie? Quanti nomi si potrebbero fare! Quanti conosciuti, quanti rimasti sconosciuti! Ma di tutti sono conosciute le loro sofferenze morali e materiali. Per venti anni mogli, figli, famiglie di antifascisti sono stati perseguitati, sono stati sottoposti al più spietato terrore. Costretti a vivere lontano dai loro cari, nel più completo isolamento. Quanti di costoro non sono più tornati, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro case....
Ognuna di noi che si è trovata durante la guerra di liberazione nazionale, al posto della mamma, a dare l'ultimo sorso d'acqua e l'ultimo addio a un patriota che ci abbandonava per sempre senza chiedergli quale fosse la sua fede politica e religiosa, ha fatto la promessa di non dimenticare le parole che ogni volta ci venivano ripetute: “fate che il nostro sacrificio-ci dicevano i caduti-non sia stato vano”. "Ebbene, on. Colleghi, uniti con loro rinnoviamo la promessa dicendo ai nostri compagni di lotta, di sofferenza e di gloria: “Riposate in pace, finchè in Italia ci sarà un antifascista ... il vostro sacrificio non sarà stato vano ed il fascismo non passerà.
On. Gina Borellini
Medaglia d'Oro al valore militare
(da un discorso pronunciato alla Camera dei Deputati nella 1° legislatura)
Nel settore di S. Prospero, i dati ufficiali del Battaglione «Ones» parlano di 70 uomini: qui però è estremamente difficile tentare non solo una suddivisione tra GAP e SAP, ma anche ricostruire con sufficiente esattezza la consistenza e la disposizione dei nuclei partigiani. Nella primavera del 1944 il movimento era praticamente inesistente nella zona e tutto ciò che era stato possibile fare lo si era fatto nel corso dell'estate. I primi contatti erano stati presi con Francesco Bergamini, un vecchio militante comunista rinchiuso dopo l'armistizio nel campo di concentramento di Fossoli e rientrato a S.Prospero nell'estate del 1944. Nell'estate l'organizzazione militare direttamente collegata ad elementi comunisti si estende a tutte le frazioni di S.Prospero tranne che a Staggia, dove si sviluppa l'azione di un nucleo di antifascisti cattolici che, raccolti intorno a Gabriele Zacconi e a Zanfrognini, svolgono una certa attività politica (13)
È questo, e rimarrà anche in seguito, uno dei pochi nuclei antifascisti cattolici attivi della Bassa modenese. Anche sulla base di riferimenti cronologici possiamo quindi considerare lo sviluppo del movimento nei settore di S.Prospero sostanzialmente come un esempio dell'espansione politica che si era determinata dopo, la vittoriosa battaglia in difesa del grano. Complessivamente comunque non più di 50 uomini possono essere considerati come svolgenti un'attività costante ed organizzata.
E. Gorrieri, cit., p.333
Tratto da Lotta di liberazione nella bassa modenese di Canova, di Gelmini e Mattioli. Pag.212, 213