“Chi non ricorda quegli uomini liberi,quei padri di famiglia prelevati, dagli squadristi in camicia nera, dalle loro abitazioni, dal letto coniugale, dagli uffici, dai posti di lavoro? Prelevati, bastonati, tradotti in carcere o massacrati davanti alle loro abitazioni o davanti alle Camere del Lavoro incendiate. Che cosa è avvenuto delle loro mogli, dei loro figli, dei loro genitori? Che cosa è avvenuto di quelle famiglie? Quanti nomi si potrebbero fare! Quanti conosciuti, quanti rimasti sconosciuti! Ma di tutti sono conosciute le loro sofferenze morali e materiali. Per venti anni mogli, figli, famiglie di antifascisti sono stati perseguitati, sono stati sottoposti al più spietato terrore. Costretti a vivere lontano dai loro cari, nel più completo isolamento. Quanti di costoro non sono più tornati, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro case....
Ognuna di noi che si è trovata durante la guerra di liberazione nazionale, al posto della mamma, a dare l'ultimo sorso d'acqua e l'ultimo addio a un patriota che ci abbandonava per sempre senza chiedergli quale fosse la sua fede politica e religiosa, ha fatto la promessa di non dimenticare le parole che ogni volta ci venivano ripetute: “fate che il nostro sacrificio-ci dicevano i caduti-non sia stato vano”. "Ebbene, on. Colleghi, uniti con loro rinnoviamo la promessa dicendo ai nostri compagni di lotta, di sofferenza e di gloria: “Riposate in pace, finchè in Italia ci sarà un antifascista ... il vostro sacrificio non sarà stato vano ed il fascismo non passerà.
On. Gina Borellini
Medaglia d'Oro al valore militare
(da un discorso pronunciato alla Camera dei Deputati nella 1° legislatura)
San Prospero
Cimitero
Omero Lancellotti nato a San Prospero(Mo) il 9 maggio 1925
Partigiano
Divisione I Modena Montagna, Brigata "Italia"
Il 4 dicembre, lungo la via Verdeta, nel territorio di Staggia, Omero Lancellotti era in perlustrazione insieme con un compagno quando venne sorpreso dai nazisti e fatto prigioniero. Il Lancellotti venne rinchiuso in una porcilaia di Sorbara , nei pressi di un deposito tedesco di munizioni, dove fu picchiato a sangue. Venne quindi trasportato a Modena, poi torturato e, infine, impiccato a Vignola il 12 febbraio '45
Omero Lancellotti medaglia d'argento alla memoria con la seguente motivazione: "catturato da una pattuglia nemica sopportava le più atroci torture senza fare alcuna rivelazione compromettente per la propria formazione. Condannato alla pena capitale per impiccagione, affrontava la morte da forte".
Tratto da San Prospero e frazioni di Franco Barbieri e Silvio Salvarani e da "Per non dimenticare di Piero Pedroni e Giorgio Barbieri