Storie della Resistenza

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Giuseppe Campana

Giuseppe Campana

Giuseppe Campana (19.3.1928 – 30.09.1944)

Per raccontare Giuseppe Campana, oltre la sua figura di combattente indubbiamente eroico, è sufficiente dare uno sguardo alle poche foto che rimangono di lui. Una delle più significative fu scattata quando aveva circa 13 anni. Ha lo sguardo un po’ spaesato e la faccia da bambino che emerge a malapena da dietro una grande fisarmonica. Se non fosse stato per la guerra fascista e per la povertà della sua famiglia, forse Giuseppe avrebbe coltivato con successo il primo amore della sua vita: la musica. A questo amore poi ne subentrò repentinamente un altro, ben più coinvolgente e definitivo: quello per la libertà. La sua militanza nel Fronte della Gioventù del PCI e l’amicizia con Luciano Dodi (figura di grande spicco della Resistenza correggese) resero obbligata la scelta di arruolarsi – a soli 16 anni - nelle formazioni partigiane combattenti.

Giuseppe Campana era nato il 19 marzo 1928, festa di san Giuseppe, e sua madre Clorinda non aveva potuto far altro che appellarlo di conseguenza. Suo padre Clinio, originario di Campogalliano, comunista convinto, era un piccolo commerciante che vendeva frutta di stagione. In estate lo si trovava immancabilmente al suo banchetto in piazza Carducci dove vendeva cocomere, affiancato dal piccolo Giuseppe. Il ragazzino, quando poteva, sgattaiolava in via Filatoio dove viveva lo zio Curzio, spazzino comunale e vicino di casa della famiglia Dodi: Umberto, antifascista, sua moglie Rosa che poi sarà staffetta partigiana, ma soprattutto Luciano, di soli due anni più grande di Giuseppe, a cui lo legherà una intensa amicizia. Si deve probabilmente a Luciano Dodi il coinvolgimento diretto di Giuseppe Campana nell’attivismo politico e successivamente nella Resistenza. Le cronache di quegli anni li raccontano sempre insieme, fianco a fianco nella lotta contro il fascismo. Il 26 luglio erano in testa al corteo che sfila con le bandiere tricolore nella manifestazione di giubilo per la caduta del fascismo. E poi di nuovo l’8 settembre furono tra gli animatori della manifestazione organizzata dai giovani comunisti per l’annuncio dell’armistizio: presero d’assalto la sede del Consorzio Agrario Provinciale e distribuirono il grano dell’ammasso a tutta la popolazione.

Nel giugno 1944 Giuseppe Campana diventa membro effettivo del comitato di zona del Fronte della Gioventù ed insieme all’amico e compagno Luciano Dodi dirige l’intensa attività dei circa 130 organizzati nel comune di Correggio. Anche le sorelle maggiori di Giuseppe, Ave e Poppea, saranno successivamente coinvolte nell’attività resistenziale: la prima come staffetta della 77° SAP, la seconda arrestata e deportata in Germania come antifascista trascorrerà tutto il periodo della guerra in un campo di lavoro a Breslavia.

Il 30 gennaio del 1944 il padre di Luciano Dodi viene arrestato e fucilato dai fascisti e il ragazzo, attivamente ricercato per la sua nota attività contro il regime, si sposta nella zona di Carpi. Giuseppe lo segue. Ma il comandante Alcide Garagnani si rifiuta di arruolare un ragazzino così giovane. Per essere accettati nelle formazioni partigiane ai minori di 18 anni veniva richiesto il consenso firmato da un genitore. Clinio inizialmente si rifiuta, poi si arrende alle insistenze del figlio e sottoscrive l’autorizzazione. Giuseppe, con il nome di battaglia “Cesare” viene formalmente inquadrato nella 21a brigata SAP ma più spesso opererà in qualità di gappista in tutta l’area di confine tra Carpi e Correggio. Al suo fianco ci sarà sempre l’amico inseparabile, Luciano Dodi. Probabilmente sono loro che suggeriscono al Comando di progettare l’assalto alle officine aeronautiche AVIO di Correggio, azione che viene messa a segno con successo il primo settembre 1944 e che li vede in prima linea insieme al comandante “Scarpone” e ai suoi uomini. L’attacco a questa piccola succursale delle “Officine Reggiane”, dove si assemblavano motori per l’aviazione, rimane l’azione di sabotaggio più rilevante compiuta dai partigiani nel territorio correggese.

Dopo pochi giorni, il 18 settembre, Giuseppe, Luciano Dodi e Bruno Vicentini, cadono nell’imboscata tesa loro dai tedeschi mentre si trovavano nelle campagne tra Santa Croce e Carpi. Erano diretti a Limidi dove intendevano mettere in atto l’ennesima azione di disturbo, durante il funerale di alcuni fascisti uccisi dai partigiani. Colti alla sprovvista e con pochissime munizioni, i tre ragazzi non riescono a contrastare efficacemente il fuoco nemico. Dodi e Vicentini cadono durante un disperato tentativo di fuga, mentre Giuseppe viene catturato dai tedeschi. Per tredici giorni subisce torture infamanti - secondo la testimonianza di don Ivo Silingardi, suo compagno di cella nel carcere dell’Accademia di Modena - senza che sia possibile estorcergli informazioni sull’identità dei suoi compagni di lotta. Viene impiccato per rappresaglia il 30 settembre ad uno degli alberi che costeggiano la strada tra Mirandola e Modena, presso la chiesa della frazione di San Giacomo Roncole.

Giuseppe Campana è stato il gappista più giovane di tutta la provincia di Modena e il partigiano caduto più giovane dei 570 combattenti del Comune di Correggio.

Documento e foto inviati dalla sezione Anpi di Correggio(Re)

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