Prof. Roberto Seracchioli, laureato in storia e filosofia a Bologna, insegnante al liceo Pico di Mirandola, Antifascista e, dopo l'8 settembre, Partigiano nella brigata “Remo”, dopo il suo arresto furono rintracciati e distrutti molti suoi scritti; tra i tanti riconoscimenti all'uomo di cultura che era stato, anche la laurea honoris causa dell'università di Bologna il 7 dicembre 1946.
Vissuto per lungo tempo in Francia, Roberto Seracchioli era tornato in Italia dopo che il padre - agente dell'OVRA (opera vigilanza repressione antifascista, la polizia segreta fascista) a Parigi- era stato ucciso in circostanze abbastanza misteriose e si era stabilito a Bologna presso i parenti. Iscrittosi prima alla facoltà di Medicina e chirurgia, e poi a Filosofia, nel novembre 1941 era stato nominato supplente di Filosofia e storia al Liceo Classico "G.Pico" di Mirandola. Chiamato alle armi (venne poi riformato) fu sostituito nell'insegnamento nell'anno seguente da Sergio Telmon, con cui era in rapporti di stretta amicizia da molti anni. Ritornato poi a Mirandola era, vissuto dando lezioni private. Parlando di Seracchioli così si esprime Nello Bozzini, suo antico scolaro: "Egli assunse ben presto una funzione di razionalizzazione dei generici fermenti antifascisti dell'ambiente culturale mirandolese. Il suo antifascismo, sufficientemente maturo e critico, fu la prima finestra aperta sulla situazione generale del Paese per tutti noi giovani scolari". Col passare del tempo, poi, la collocazione ideologica e politica di Seracchioli andrà progressivamente spostandosi in direzione di un comunismo di intonazione libertaria. A Mirandola i primi aderenti alle posizioni di "Giustizia e Libertà" furono gli studenti Nello Bozzini, Giuseppe e Guido Campanelli, Albano Benatti, Giulio Belloni, Luigina Belloni, Giuseppe Cocchi, Nubes Gambuzzi, Enzo Pivetti, Silvano Gallini, Franco Silvestri, Giuseppe Neri, Paolo Tazzioli e Sergio Zerbini. Aderirono anche i commercianti Bruno Pozzetti, Nello Silvestri, l'impiegato Franco Castellini, l'operaio Primo Valentini e Riccardo Guandalini (nota di Nello Bozzini in "Lettera ai Compagni", mensile della FIAP, n°6, Roma 1971 pp.10 e sgg).
Con l'anno scolastico 1941-1942 ottiene un incarico di insegnamento al Liceo di Mirandola Roberto Seracchioli, studente bolognese di filosofia, collegato al nucleo giellista del Partito d'Azione(di ispirazione liberal-socialista) operante negli ambienti dei giovani intellettuali di Bologna. L'anno seguente arrivano da Bologna ad insegnare nello stesso liceo Amilcare Mattioli e Sergio Telmon. Grazie all'influenza esercitata su un gruppo di allievi e di intellettuali mirandolesi da questi insegnanti antifascisti (per di più stabilmente collegati con forze organizzate operanti nella lotta clandestina: Telmon e Seraccchioli erano in contatto col gruppo bolognese di "Giustizia e Libertà", mentre Mattioli faceva parte della cellula comunista dell'Università di Bologna), non solo si amplia - come abbiamo detto - la base sociale dell'antifascismo, coinvolgendo giovani studenti ed intellettuali, ma anche una nuova dimensione ideologica viene ad arricchire il panorama antifascista della Bassa. Il discorso Liberal-socialista, pur ristretto nell'ambito dell'ambiente studentesco mirandolese, fa uscire infatti da un'aura di provincialismo culturale e politico molti giovani che parteciperanno in vari modi e forme nuove alla guerra di liberazione.
Tratto da "Lotta di Liberazione nella bassa modenese" Canova, Gelmini, Mattioli Anpi Modena 1975 pag 33-34.
Vedi in "foto storiche" alcune documentazioni