Storie della Resistenza

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Carlo Fila

Tratto dall'Indicatore mirandolese agosto/settembre 2008

Ancora vivi due nazisti che impiccarono Fila

Scovati dal centro Wiesenthal, hanno 97 e 88 anni

I responsabili dell'impiccagione del mirandolese Carlo Fila e di altri 30 tra partigiani e civili a Bassano del Grappa sono ancora in vita. La scoperta, che riapre una ferita mai rimarginata, è stata fatta da un team di ricercatori degli Istituti Storici di Vicenza e Treviso. Gli storici hanno recuperato negli archivi nazionali di Londra le prove della colpevolezza del tenente delle ss Herbert Andorfer, austriaco di Linz, e del vicebrigadiere delle ss Karl-Franz Tausch, cecoslovacco di Olomuetz, responsabili di una delle rappresaglie più sanguinarie della storia della Resistenza, avvenuta il 26 settembre 1944.

"Fila era un bravo insegnante e un Antifascista. - commenta il Sindaco di Mirandola Luigi Costi - A Mirandola, dove vivono ancora dei parenti, il suo ricordo è ancora vivo, tanto è vero che una delegazione della sezione dell'Anpi è andata l'anno scorso a rendergli omaggio nella cittadina veneta. In considerazione del fatto che i crimini di guerra non vengono prescritti, chiediamo che si arrivi ora a una chiara attribuzione di colpevolezza e a una conseguente assunzione delle responsabilità. Condivido - prosegue Costi - l'obiettivo con il quale è stata svolta questa ricerca storica, che non è tanto quello di vedere in carcere due persone ormai avanti con l'età, ma di fare giustizia nei confrontidi quei 31 Martiri della libertà e dei loro famigliari, tuttora viventi, che hanno tanto sofferto proprio per mancanza di giustizia". Contattati dal team di ricercatori, i "cacciatori di nazisti"del centro Wiesenthal di Vienna hanno confermato che i due militari delle ss sono ancora in vita: hanno rispettivamente 97 e 88 anni. Secondo quanto è emerso dai documenti, Andorfer, nel pomeriggio del 26 settembre 1944, dopo il rastrellamento dei Partigiani sul Monte Grappa compiuto dalle ss e dai fascisti della repubblica di Salò, ordinò l'esecuzione dei 31 detenuti, Partigiani e civili, esecuzione messa in atto da Tausch. I prigionieri vennero impiccati agli alberi di Bassano, con modalità di inaudita crudeltà. Storditi con iniezioni alle braccia per ottundere le capacità reattive, i condannati furono caricati con le mani legate dietro alla schiena su un autocarro scoperto e impiccati agli alberi di tre vie di Bassano. I cappi, formati con pezzi di cavi telefonici, furono infilati al collo delle vittime da volontari di neppure diciotto anni, ex "fiamme bianche" della guardia nazionale repubblicana, mentre la morte venne data tramite un accelerata del camion, che tendendo la fune soffocava la vittima facendola cadere nel vuoto. Nei casi in cui il decesso tardava a venire, intervenivano i fascisti, tirando le gambe di chi agonizzava. Completata l'esecuzione, i fascisti locali, uomini e donne, diedero vita ad un indegna gazzarra, urlando invettive contro i morti, sputando addosso e inserendo delle sigarette accese nelle bocche contratte; i cadaveri furono lasciati esposti per circa per circa venti ore per terrorizzare la popolazione, mentre i carnefici festeggiavano la vittoria all'albergo al Cardellino e al caffè Centrale. L'orrore dell'esecuzione di Bassano è assurto a simbolo della barbarie indiscriminata dei nazisti nel veneto. I tedeschi responsabili del rastrellamento del Grappa non furono mai processati; i militi della legione "M Tagliamento", le brigate nere di Vicenza e di Treviso e gli altri repubblichini che li avevano affiancati, furono invece sottoposti nel dopoguerra al giudizio dei tribunali militari e civili, condannati a pene detentive e rimessi in libertà in breve tempo grazie alle amnistie. Andorfer, che era giunto nel nostro paese nel 1943 creando un reparto specializzato in antiguerriglia, denominato "kommando "Andorfer", per combattere i Partigiani dapprima sull'appennino emiliano e successivamente nel veneto, nel dopoguerra si rifugiò in sud America. Tornato in Germania negli anni sessanta, fu processato per aver eliminato nel 1942 circa cinquemila ebrei, donne e bambini, detenuti nel campo di sterminio di Sajmiste nei pressi di Belgrado, di cui era direttore, con dei camion attrezzati per la gassazione. La recente scoperta fatta grazie ai documenti rinvenuti in Inghilterra riveste particolare importanza poiché, sinora, per Andorfer e Tausch mancavano le prove della partecipazione al rastrellamento del Grappa e del coinvolgimento personale nell'esecuzione di Bassano. Carlo Fila nasce a Tramuschio di Mirandola(in via Malavicina 7) il 14 febbraio 1914, da Quinto Fila(agricoltore e capomastro) e da Cherubina Vincenzi. Negli anni 1929-1931 studia in seminario a Carpi. Nel 1937 vive a Crema. Svolge la professione di insegnante. Richiamato sotto le armi come ufficiale, dopo l'8 settembre decide di non aderire alla rsi. Viene rastrellato dai nazisti e impiccato a Bassano del Grappa, il primo della fila, per il suo cognome.

Altre informazioni riguardanti la strage di Bassano su "televignole.it"

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