“Chi non ricorda quegli uomini liberi,quei padri di famiglia prelevati, dagli squadristi in camicia nera, dalle loro abitazioni, dal letto coniugale, dagli uffici, dai posti di lavoro? Prelevati, bastonati, tradotti in carcere o massacrati davanti alle loro abitazioni o davanti alle Camere del Lavoro incendiate. Che cosa è avvenuto delle loro mogli, dei loro figli, dei loro genitori? Che cosa è avvenuto di quelle famiglie? Quanti nomi si potrebbero fare! Quanti conosciuti, quanti rimasti sconosciuti! Ma di tutti sono conosciute le loro sofferenze morali e materiali. Per venti anni mogli, figli, famiglie di antifascisti sono stati perseguitati, sono stati sottoposti al più spietato terrore. Costretti a vivere lontano dai loro cari, nel più completo isolamento. Quanti di costoro non sono più tornati, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro case....
Ognuna di noi che si è trovata durante la guerra di liberazione nazionale, al posto della mamma, a dare l'ultimo sorso d'acqua e l'ultimo addio a un patriota che ci abbandonava per sempre senza chiedergli quale fosse la sua fede politica e religiosa, ha fatto la promessa di non dimenticare le parole che ogni volta ci venivano ripetute: “fate che il nostro sacrificio-ci dicevano i caduti-non sia stato vano”. "Ebbene, on. Colleghi, uniti con loro rinnoviamo la promessa dicendo ai nostri compagni di lotta, di sofferenza e di gloria: “Riposate in pace, finchè in Italia ci sarà un antifascista ... il vostro sacrificio non sarà stato vano ed il fascismo non passerà.
On. Gina Borellini
Medaglia d'Oro al valore militare
(da un discorso pronunciato alla Camera dei Deputati nella 1° legislatura)
Carrara Dalviso
Nato a San Possidonio il 12 febbraio 1925, figlio di Alderigio e Clotilde
Zaccarelli Costa, residente a San Possidonio, agricoltore, partigiano. Dopo I'armistizio e l'occupazione nazista cerca di sfuggire alla leva della repubblica sociale Italiana e il 23 luglio 1944 si aggrega ai partigiani della Brigata "Remo". Il 10 marzo 1945 è arrestato nella Bassa a poche ore dalla fucilazione di otto resistenti a Mulin di Mezzo e viene condotto nelle carceri di Modena.
Il 29 marzo 1945 è ucciso insieme a quattro compagni lungo il muro della Piazza d'Armi. E' ricordato: nel Sacrario ai piedi della Ghirlandina a Modena, nel Famedio partigiano provinciale del cimitero di S. Cataldo, pure a Modena; nella lapide esterna al Municipio di S. Possidonio; nella lapide sulla facciata del Palazzo dello Sport a Modena, in piazza d'Armi, coi 4 compagni di martirio; nella cappella commemorativa del cimitero di S. Possidonio. Bibliografia: A. Pedrazzi, "Cronaca dell'occupazione nazifascista di Modena", vol. III p.2429; "Democrazia", periodico modenese, a I, n.6, del 21/7/45 "Notizie da S.Possidonio commemorazione", sf.; "Elenco delle vittime modenesi nelle rappresaglie", g.18; E. Taverna "Martiri modenesi del marzo 1945", Modena, 1967, P.8; I. Vaccari, "Il tempo di decidere, p.409; F. Canova, O. Gelmini, A. Mattioli, "Lotta di liberazione nella Bassa modenese Anpi, Modena 1975, p.309, 364; "Gazzetta dell'Emilia", p.86, a. 151, 20/ 3/45. Altre informazioni sul sito di Anpi Modena
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