“Chi non ricorda quegli uomini liberi,quei padri di famiglia prelevati, dagli squadristi in camicia nera, dalle loro abitazioni, dal letto coniugale, dagli uffici, dai posti di lavoro? Prelevati, bastonati, tradotti in carcere o massacrati davanti alle loro abitazioni o davanti alle Camere del Lavoro incendiate. Che cosa è avvenuto delle loro mogli, dei loro figli, dei loro genitori? Che cosa è avvenuto di quelle famiglie? Quanti nomi si potrebbero fare! Quanti conosciuti, quanti rimasti sconosciuti! Ma di tutti sono conosciute le loro sofferenze morali e materiali. Per venti anni mogli, figli, famiglie di antifascisti sono stati perseguitati, sono stati sottoposti al più spietato terrore. Costretti a vivere lontano dai loro cari, nel più completo isolamento. Quanti di costoro non sono più tornati, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro case....
Ognuna di noi che si è trovata durante la guerra di liberazione nazionale, al posto della mamma, a dare l'ultimo sorso d'acqua e l'ultimo addio a un patriota che ci abbandonava per sempre senza chiedergli quale fosse la sua fede politica e religiosa, ha fatto la promessa di non dimenticare le parole che ogni volta ci venivano ripetute: “fate che il nostro sacrificio-ci dicevano i caduti-non sia stato vano”. "Ebbene, on. Colleghi, uniti con loro rinnoviamo la promessa dicendo ai nostri compagni di lotta, di sofferenza e di gloria: “Riposate in pace, finchè in Italia ci sarà un antifascista ... il vostro sacrificio non sarà stato vano ed il fascismo non passerà.
On. Gina Borellini
Medaglia d'Oro al valore militare
(da un discorso pronunciato alla Camera dei Deputati nella 1° legislatura)
Renzo Fregni, nato a S.Giacomo Roncole il 23 settembre 1920. Professione Verniciatore, PARTIGIANO. Divisione II Modena Pianura, Brigata “Remo”.
Caduto in combattimento contro le forze tedesche al caseificio di Castagnetti il 27 febbraio 1945. Medaglia di Bronzo al valore militare alla memoria.
Motivazione: “Coraggioso Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici,sceglieva volontariamente la difficile lotta in zona occupata dal nemico. Mentre si trovava in un cascinale accerchiato con il suo gruppo da preponderanti forze tedesche appoggiate da mezzi blindati, respingeva la intimazione di resa e impegnava furioso combattimento. Dopo ore di lotta, esaurite le munizioni, con la sola pistola in pugno con coraggio indomito tentava la sortita da una finestra del piano superiore venendo fulminato da una raffica di mitragliatrice. Esempio altissimo di ardimento,di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto sino al limite estremo.
Mirandola, 27 febbraio 1945”
Enzo Benatti, nato a Quarantoli il 22 settembre 1925. Professione apprendista meccanico.
Si uccise con una bomba a mano piuttosto che cadere nelle mani del nemico durante un'azione al caseificio Castagnetti. Medaglia di Bronzo valore militare alla memoria con motivazione analoga a quella del fratello Ermete Benatti.
Ermete Benatti, nato a Quarantoli il 9 gennaio 1923.
Si uccise con una bomba a mano a S.Giacomo Roncole il 27 febbraio 1945, al caseificio Castagnetti assieme a Renzo Dotti e il fratello Enzo per non cadere in mano ai fascisti. Medaglia di bronzo al valore militare alla memoria.
Motivazione: “Attivissimo Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici, scegleva volontariamente la nobile lotta da condursi in zona occupata dal nemico. Mentre si trovava in un cascinale accerchiato con il suo gruppo da preponderanti forze tedesche appoggiate da mezzi blindati, respingeva la intimazione di resa e impegnava furioso combattimento infliggendo numerose perdite al nemico. Dopo ore di lotta, esaurite le munizioni, piuttosto che cadere nelle mani del nemico riservava a sé l'ultima bomba ed unendosi ad altri due compagni la faceva esplodere rimanendo orribilmente straziato. Esempio altissimo di ardimento, di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto fino al limite estremo.
Mirandola, 27 febbraio 1945”
Felicino Raimondi, nato a Cavezzo il 19 marzo 1924. Divisione II Modena Pianura, 14° Brigata “Remo”.
Caduto in combattimento al caseificio di Castagnetti il 27 febbraio 1945 a S.Giacomo Roncole contro i fascisti .
Renzo Dotti, nato a Mirandola il 20 luglio 1923. PARTIGIANO. Professione Meccanico. Divisione II Modena Pianura, Brigata “Remo”. Assieme a Ermete ed Enzo Benatti si uccise con una bomba a mano piuttosto che cadere in mano al nemico al caseificio Castagnetti. Medaglia di bronzo al valore militare alla memoria.
Motivazione: “Attivissimo Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici, sceglieva volontariamente la difficile lotta da condursi in zona occupata dal nemico.Dopo ore di lotta esaurite le munizioni, piuttosto che cadere nelle mani del nemico riservava a sé l'ultima bomba ed unendosi ad altri due compagni la faceva esplodere rimanendo orribilmente straziato. Esempio altissimo di ardimento, di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto fino al limite estremo.
Mirandola, 27 febbraio 1945”
Ulteriori informazioni sui fatti del Caseificio Castagnetti e su foto storiche.
La lapide è stata riposizionata nel gennaio 2022 dopo la demolizione dell'edificio su cui era installata.